3 novembre 2012

Silenzio


Che strano silenzio.
Mauro spense il trattore. I tori, nella stalla, sembrava trattenessero il respiro. Erano solo le dieci di mattina, e di solito a quell'ora qualcuno in giro c'era. Smontò, appoggiò i guanti alla ruota e andò a vedere. Magari era accaduto qualcosa, un incidente.
Non c'era anima viva. E sempre quel silenzio. Si toccò le orecchie, funzionavano. Uscì in strada. Si incamminò in direzione della Piazza. Poco oltre, all'altezza della Trattoria, vide un uomo, di spalle. L'uomo camminava lento, ciondolando. Lo raggiunse. Non gli parve nessuno di conosciuto. Era pallido in volto. Parecchio. E poi vide la colonna di gente. Tanti, tutti sconosciuti. Marciavano spediti in direzione della strada provinciale. Anche loro ciondolavano, anche loro erano pallidi, di un pallore davvero innaturale, come quello che viene ai cadaveri lasciati all'aperto.
Dove stavano andando? Possibile che per strada non ci fosse nessun altro di Besate? Dove erano finiti tutti? Qui nessuno parlava, neanche sembrava accorgersi della sua presenza. Proseguì per vedere cosa ci fosse di tanto interessante. Due metri oltre il cartello del paese, un muro di nebbia nascondeva qualsiasi cosa alla vista. Solo che non era stagione di nebbia.
La gente, muta e senza fretta, ci si infilava dentro. Cosa diavolo stava accadendo?
Spazientito, Mauro tornò indietro, e raggiunse quasi di corsa il suo portone.
Tranquillo, si disse, è tutto a posto, tutto normale.
Qualche istante dopo, notò che i tori non c'erano più, neppure le galline, neppure Giulio che avrebbe dovuto essere lì a controllare l'essiccatoio.
Solo lui sembrava sempre uguale, non era diventato pallido, non era morto come quelli là fuori. E allora? Forse, si disse infine, non aveva senso riprendere subito a lavorare.
Non subito. Rientrò in casa ad aspettare e a ripulirsi quello strano filo di bava nera che gli stava uscendo dalla bocca...

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