Samuel Giorgi inizia la collaborazione con la rivista Fralerighe Crime.
Sarà una rubrica dal titolo All'ombra dei giganti, piccole/grandi lezioni di scrittura del brivido "rubate" ai grandi maestri del genere!!!
Per scaricare la rivista:
http://issuu.com/rivistafralerighe/docs/fralerighe_crime_num.5
21 novembre 2012
14 novembre 2012
Classifica dei libri più letti al mondo
I dieci libri più letti al mondo negli ultimi cinquant'anni
Stringetevi ragazzi:
a maggio 2013 Samuel Giorgi
sarà in mezzo a voi!
sarà in mezzo a voi!
6 novembre 2012
Tale padre, tale figlio!
Oggi, mio figlio, 7 anni, mi ha passato un foglio con scritta questa cosa... Tutta farina del suo sacco...
Dite che dovrei preoccuparmi?
Una
bambina che aveva paura
Una notte di
Halloween c'era una bambina che aveva paura e quando vedeva un mostro
scappava via e non voleva salutarlo e andava a casa dai suoi genitori
e stava così bene. Ma erano cattivi i suoi genitori. Erano dei
mostri i suoi genitori. Erano dei costumi da genitori.
Aiuto! I
miei genitori sono dei mostri, disse la bambina e poi scappò via
lacrimando.
La bambina
trovò una casa uguale e disse: io non voglio andare in quella casa e
all'improvviso una mano la spinse dentro la casa e c'era una mummia e
lei urlò urlò urlò e alla fine all'improvviso svenne e la guardò
attentamente e lei era sveglia e guardò la mummia e svenne ancora.
SM
3 novembre 2012
Farfalle e mosche
– Sì,
amore. Dimmi.
– Ma
è vero che i vermi diventano farfalle?
– Sì,
beh, alcuni credo proprio di sì. Perché?
– Niente,
così. Ma senti, alcuni possono diventare anche delle mosche?
– Oddio,
non so. Potrebbe pure essere.
– Poverini.
– Perché,
amore?
– No,
così. È che se uno può diventare una farfalla e invece si ritrova
a essere una mosca, non è proprio la stessa cosa.
– Beh,
sì, le farfalle sono più carine. Ma sai cosa ti dico? Non penso
proprio che per loro faccia grande differenza.
– Forse
hai ragione, diventare una mosca non deve sembrare brutto a un verme,
vero papà?
– Probabilmente,
no. Ma perché ti interessano queste cose, cucciolo?
– No,
niente, così.
– Ne
avete parlato a scuola?
– No,
ma da due giorni ho ripreso a far visita alla signora Piera.
– Bravo,
è una bella cosa quella che stai facendo.
– Sì,
lo so, papà. Però non so se ci tornerò di nuovo.
– Perché,
amore?
– La
signora Piera da quando siamo tornati dalle vacanze è molto stanca,
non parla più molto, io le racconto quello che abbiamo fatto al
mare, dei bambini che ho conosciuto, cose così, tanto per dire
qualcosa, e lei rimane ad ascoltare zitta zitta, credo le piaccia,
sorride. Però...
– Cosa,
amore?
– No,
è che la signora Piera deve aver comprato un sacco di vermi, di
quelli che diventano mosche. In casa è pieno di vermi e mosche, ce
ne sono dappertutto. Non c’è neanche una farfalla, però, sai? Non
capisco una cosa: perché la signora Piera se li tiene anche addosso?
Non è bello da vedere, dovrebbe fare qualcosa, magari aprire le
finestre, farli uscire. Anche perché, papà, c’è un puzzo
terribile in casa della signora Piera...
Silenzio
Che
strano silenzio.
Mauro
spense il trattore. I tori, nella stalla, sembrava trattenessero il
respiro. Erano solo le dieci di mattina, e di solito a quell'ora
qualcuno in giro c'era. Smontò, appoggiò i guanti alla ruota e andò
a vedere. Magari era accaduto qualcosa, un incidente.
Non
c'era anima viva. E sempre quel silenzio. Si toccò le orecchie,
funzionavano. Uscì in strada. Si incamminò in direzione della
Piazza. Poco oltre, all'altezza della Trattoria, vide un uomo, di
spalle. L'uomo camminava lento, ciondolando. Lo raggiunse. Non gli
parve nessuno di conosciuto. Era pallido in volto. Parecchio. E poi
vide la colonna di gente. Tanti, tutti sconosciuti. Marciavano
spediti in direzione della strada provinciale. Anche loro
ciondolavano, anche loro erano pallidi, di un pallore davvero
innaturale, come quello che viene ai cadaveri lasciati all'aperto.
Dove
stavano andando? Possibile che per strada non ci fosse nessun altro
di Besate? Dove erano finiti tutti? Qui nessuno parlava, neanche
sembrava accorgersi della sua presenza. Proseguì per vedere cosa ci
fosse di tanto interessante. Due metri oltre il cartello del paese,
un muro di nebbia nascondeva qualsiasi cosa alla vista. Solo che non
era stagione di nebbia.
La
gente, muta e senza fretta, ci si infilava dentro. Cosa diavolo stava
accadendo?
Spazientito,
Mauro tornò indietro, e raggiunse quasi di corsa il suo portone.
Tranquillo,
si disse, è tutto a posto, tutto normale.
Qualche
istante dopo, notò che i tori non c'erano più, neppure le galline,
neppure Giulio che avrebbe dovuto essere lì a controllare
l'essiccatoio.
Solo
lui sembrava sempre uguale, non era diventato pallido, non era morto
come quelli là fuori. E allora? Forse, si disse infine, non aveva
senso riprendere subito a lavorare.
Non
subito. Rientrò in casa ad aspettare e a ripulirsi quello strano
filo di bava nera che gli stava uscendo dalla bocca...
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