E' uscito Mood, il numero zero della rivista letteraria ideata
e fatta da Thesis Contents e goWare, con racconti inediti di Patrizia Rinaldi, Stefano Piedimonte, Marta Casarini, Francesco Formaggi, Sara Bilotti, Sandro Campani, Luigi Romolo Carrino, Giusella De Maria, Eliselle,Samuel Giorgi, Maurizio Lanteri e Lilli Luini, Alberto Paleari, Pierluigi Porazzi.
All'interno troverete il raccolto di Samuel Giorgi
"Al di là del ponte"
Si scarica gratuitamente da questo link:
http://www.bookrepublic.it/book/9788897324911-mood-numero-0/
Buona lettura miei cari!!!
21 dicembre 2012
5 dicembre 2012
Giornata mondiale del libro 2013
Dal 20 al 25 aprile 2013 si celebrerà nel capoluogo della Catalogna la giornata mondiale del libro alla Festa di San Giorgio i libri e le rose.
Che peccato... cinque giorni dopo la chiusura di questa importante manifestazione, uscirà il bestseller dell'anno (gli amici di Samuel Giorgi sanno di cosa stiamo parlando!).
Beh, non sanno cosa si perdono!!!
Per fortuna l'Italia sarà ben rappresentata... Tra gli altri ci saranno Carmine Abate, Massimo Carlotto, Michela Murgia, Maurizio De Giovanni.
21 novembre 2012
All'ombra dei giganti
Samuel Giorgi inizia la collaborazione con la rivista Fralerighe Crime.
Sarà una rubrica dal titolo All'ombra dei giganti, piccole/grandi lezioni di scrittura del brivido "rubate" ai grandi maestri del genere!!!
Per scaricare la rivista:
http://issuu.com/rivistafralerighe/docs/fralerighe_crime_num.5
Sarà una rubrica dal titolo All'ombra dei giganti, piccole/grandi lezioni di scrittura del brivido "rubate" ai grandi maestri del genere!!!
Per scaricare la rivista:
http://issuu.com/rivistafralerighe/docs/fralerighe_crime_num.5
14 novembre 2012
Classifica dei libri più letti al mondo
I dieci libri più letti al mondo negli ultimi cinquant'anni
Stringetevi ragazzi:
a maggio 2013 Samuel Giorgi
sarà in mezzo a voi!
sarà in mezzo a voi!
6 novembre 2012
Tale padre, tale figlio!
Oggi, mio figlio, 7 anni, mi ha passato un foglio con scritta questa cosa... Tutta farina del suo sacco...
Dite che dovrei preoccuparmi?
Una
bambina che aveva paura
Una notte di
Halloween c'era una bambina che aveva paura e quando vedeva un mostro
scappava via e non voleva salutarlo e andava a casa dai suoi genitori
e stava così bene. Ma erano cattivi i suoi genitori. Erano dei
mostri i suoi genitori. Erano dei costumi da genitori.
Aiuto! I
miei genitori sono dei mostri, disse la bambina e poi scappò via
lacrimando.
La bambina
trovò una casa uguale e disse: io non voglio andare in quella casa e
all'improvviso una mano la spinse dentro la casa e c'era una mummia e
lei urlò urlò urlò e alla fine all'improvviso svenne e la guardò
attentamente e lei era sveglia e guardò la mummia e svenne ancora.
SM
3 novembre 2012
Farfalle e mosche
– Sì,
amore. Dimmi.
– Ma
è vero che i vermi diventano farfalle?
– Sì,
beh, alcuni credo proprio di sì. Perché?
– Niente,
così. Ma senti, alcuni possono diventare anche delle mosche?
– Oddio,
non so. Potrebbe pure essere.
– Poverini.
– Perché,
amore?
– No,
così. È che se uno può diventare una farfalla e invece si ritrova
a essere una mosca, non è proprio la stessa cosa.
– Beh,
sì, le farfalle sono più carine. Ma sai cosa ti dico? Non penso
proprio che per loro faccia grande differenza.
– Forse
hai ragione, diventare una mosca non deve sembrare brutto a un verme,
vero papà?
– Probabilmente,
no. Ma perché ti interessano queste cose, cucciolo?
– No,
niente, così.
– Ne
avete parlato a scuola?
– No,
ma da due giorni ho ripreso a far visita alla signora Piera.
– Bravo,
è una bella cosa quella che stai facendo.
– Sì,
lo so, papà. Però non so se ci tornerò di nuovo.
– Perché,
amore?
– La
signora Piera da quando siamo tornati dalle vacanze è molto stanca,
non parla più molto, io le racconto quello che abbiamo fatto al
mare, dei bambini che ho conosciuto, cose così, tanto per dire
qualcosa, e lei rimane ad ascoltare zitta zitta, credo le piaccia,
sorride. Però...
– Cosa,
amore?
– No,
è che la signora Piera deve aver comprato un sacco di vermi, di
quelli che diventano mosche. In casa è pieno di vermi e mosche, ce
ne sono dappertutto. Non c’è neanche una farfalla, però, sai? Non
capisco una cosa: perché la signora Piera se li tiene anche addosso?
Non è bello da vedere, dovrebbe fare qualcosa, magari aprire le
finestre, farli uscire. Anche perché, papà, c’è un puzzo
terribile in casa della signora Piera...
Silenzio
Che
strano silenzio.
Mauro
spense il trattore. I tori, nella stalla, sembrava trattenessero il
respiro. Erano solo le dieci di mattina, e di solito a quell'ora
qualcuno in giro c'era. Smontò, appoggiò i guanti alla ruota e andò
a vedere. Magari era accaduto qualcosa, un incidente.
Non
c'era anima viva. E sempre quel silenzio. Si toccò le orecchie,
funzionavano. Uscì in strada. Si incamminò in direzione della
Piazza. Poco oltre, all'altezza della Trattoria, vide un uomo, di
spalle. L'uomo camminava lento, ciondolando. Lo raggiunse. Non gli
parve nessuno di conosciuto. Era pallido in volto. Parecchio. E poi
vide la colonna di gente. Tanti, tutti sconosciuti. Marciavano
spediti in direzione della strada provinciale. Anche loro
ciondolavano, anche loro erano pallidi, di un pallore davvero
innaturale, come quello che viene ai cadaveri lasciati all'aperto.
Dove
stavano andando? Possibile che per strada non ci fosse nessun altro
di Besate? Dove erano finiti tutti? Qui nessuno parlava, neanche
sembrava accorgersi della sua presenza. Proseguì per vedere cosa ci
fosse di tanto interessante. Due metri oltre il cartello del paese,
un muro di nebbia nascondeva qualsiasi cosa alla vista. Solo che non
era stagione di nebbia.
La
gente, muta e senza fretta, ci si infilava dentro. Cosa diavolo stava
accadendo?
Spazientito,
Mauro tornò indietro, e raggiunse quasi di corsa il suo portone.
Tranquillo,
si disse, è tutto a posto, tutto normale.
Qualche
istante dopo, notò che i tori non c'erano più, neppure le galline,
neppure Giulio che avrebbe dovuto essere lì a controllare
l'essiccatoio.
Solo
lui sembrava sempre uguale, non era diventato pallido, non era morto
come quelli là fuori. E allora? Forse, si disse infine, non aveva
senso riprendere subito a lavorare.
Non
subito. Rientrò in casa ad aspettare e a ripulirsi quello strano
filo di bava nera che gli stava uscendo dalla bocca...
24 maggio 2012
L'ultima notte
È perfetto. Pieno zeppo di gente.
Giovani.
L'ho immaginato così tante volte, che potrei farlo a occhi chiusi. Giro in mezzo a volti (e corpi) caldi, carichi, sudati. Respiro la loro stessa aria, mi riempio gli occhi delle loro stesse emozioni, le orecchie della loro musica. Per ricordarmi chi sono, accarezzo il manico del coltello, nella tasca dei calzoni. Quello che sono venuto a fare, potrei farlo a occhi chiusi. Qui, in nessun altro luogo.
E poi perché altrove? Perché in altro modo?
Perché dovrei scegliere un posto tanto triste come una stazione della metropolitana? Perché dovrei fissare il mondo a duecento all'ora mentre tutto cade? Perché dovrei chiudermi nel cesso di un ristorante, lasciando la fine di ogni cosa a delle stupide gocce di chimica? No. Sarà qui. Sarà così, in mezzo a tutta questa vita. A questa bella gente.
E poi, finalmente, sarò libero, correrò fuori, e volerò sopra tutto e tutti, poco importa verso dove.
Quale sarà di loro? Chi sceglierò? Chi avrà l'onore? Chissà se punterò a caso, se basterà contare fino a dieci con gli occhi chiusi e lui (o lei) comparirà lì davanti a me?
No, non dovró scegliere. Sará lui (o lei) a parlarmi, senza aprire bocca. Sará lui (o lei) ad accompagnarmi, ad aprirmi la porta della gabbia.
Domani questa lunga (infinita) notte finirá. L'alba di un nuovo giorno mi attende. Domani, alla fine, smetteró queste tristi vesti e indosseró un sontuoso manto fatto solo di luce e di colore.
Offriró vita per nuova vita. Perché se non si muore, non si puó neppure rinascere.
Chi morirá per me stanotte? Per chi moriró io?
Moriremo entrambi, per non lasciarci mai piú.
Due in uno. E l'uno per il tutto.
Ecco, lo sento, sta per giungere l'istante. Stringo il manico. Sento esplodere la vita nel petto. Oh, sí. Lui ora è accanto a me, ride, mi sussurra nell'orecchio una lingua che non conosco. Ride e canta. Io gli sorrido, rido e canto.
Finché tutto accade.
Ora volo, la porta è aperta, spalancata. Mentre lui è lí, in una pozza di sangue sul divano in fondo al locale, e gli occhi fisssi pieni di luci e colori.
E io che adesso (e per sempre) posso andare, libero. Lontano.
Addio lunga, infinita notte.
Il Gioco dell'Albatro...
Primo assaggio delle illustrazioni di Gianluca Bettio per il primo libro di Samuel Giorgi. Il signore qui rappresentato è Il Professor Paolo Alberto Castro. |
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